Allevamenti multirazza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    2,731

    Status
    Offline
    L'ENCI spiega la differenza tra allevamento"amatoriale" e "professionale". Quello che ho capito sostanzialmente di diverso tra "allevamento amatoriale" e "allevamento professionale" è il numero di fattrici e di cuccioli nati in un anno: meno di 5fattrici e 30 cuccioli (correggetemi se sbaglio) è definito "amatoriale", diversamente è "professionale". Un allevamento multirazza (credo) segue la stessa procedura per razza, quindi un allevamento che alleva 10 razze contemporaneamente dovrebbe avere almeno 5fattrici per razza, per un totale di 50fattrici. Almeno uno stallone per razza ci vuole (a meno che poi non si facciano riprodurre con cani di altri allevamenti, anche se secondo il mio ragionamento etico un allevatore serio non da il suo stallone per far riprodurre una fattrice di un multirazza), quindi siamo a un totale di 10 stalloni, che con le 50 fattrici portano il numero di cani presenti in allevamento ad un totale di 60cani. Ora, è vero che almeno i cuccioli avranno il pedigree, ma come vengono tenuti questi 60cani? Ogni razza ha esigenze diverse, alimentazioni diverse, cure e caratteri diversi. Se fosse che vivono liberi per i prati reali si potrebbe accettare visto che avrebbero tantissimo verde a disposizione. Ma non credo sia questo il caso. Credo che al contrario, i cani vivono sempre in box, forse con poco contatto con l'esterno (e non parlo dell'aspetto igienico e sanitario perché credo (forse ingenuamente) che per aprire un allevamento bisogna avere i dovuti permessi sia dal comune che soprattutto dalla ASL (ma visti i multirazza che spuntano come funghi ho seri dubbi che ci siano dei controlli anche nel proseguo dell'attività)).
    Quindi mi e vi chiedo: perché l'ENCI (o la FCI, non so quali dei due accettano gli affissi) accetta l'affisso per allevamenti multirazza?
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    7,663
    Location
    prov. Novara

    Status
    Offline
    La richiesta viene fatta per UNA SOLA RAZZA per la quale l'allevatore ha i requisiti richiesti
    E' poi facoltà dell'allevatore aggiungerne altre... e ancora si sta a sperare che ci sia un codice etico e morale...
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    8,114
    Location
    prov. Bologna

    Status
    Offline
    L allevamento amatoriale non ha affisso e non è soggetto a tutte le fiscalità di uno professionale.

    Può essere composto anche da solo 2 cani
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    2,731

    Status
    Offline
    Ma quando sotto un affisso vengono annoverate anche altre razze (e si parla di tante razze), l'ENCI non dovrebbe far controlli o mandare qualcuno a farli per vedere la situazione qual è?

    Sì, so che l'allevamento amatoriale non deve dar conto a nessuno e può avere anche solo una coppia, o avere anche solo una femmina, volevo però capire come funziona con gli allevamenti multirazza riconosciuti
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    8,114
    Location
    prov. Bologna

    Status
    Offline
    Non credo che multirazza significhi 5 cani per ogni razza, ma è un argomento di cui so meno di zero
    Forse è sufficiente il numero di fattrici di una razza e per le altre basta 1

    Oppure basta che il numero delle fattrici sia 5 tra tutte le razze...

    Probabilmente la normativa non distingue tra una e più razze, ma dal numero di cani presenti e cuccioli prodotti

    Edited by blackribbon - 17/5/2017, 13:08
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    7,663
    Location
    prov. Novara

    Status
    Offline
    L'allevamento amatoriale può avere affisso seppur non ha la fiscalità dell'allevamento professionale.
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    8,114
    Location
    prov. Bologna

    Status
    Offline
    Dai! Non sapevo
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    7,663
    Location
    prov. Novara

    Status
    Offline
    'ENCI non dovrebbe far controlli o mandare qualcuno a farli per vedere la situazione qual è?
    Il controllo è di competenza delle ASL non dell'ENCI.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    8,114
    Location
    prov. Bologna

    Status
    Offline
    Allora perché gran parte di quelli amatoriali non ha affisso?
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    7,663
    Location
    prov. Novara

    Status
    Offline
    La richiesta all'ENCI/FCI per l'affisso richiede solo la nascita di due cucciolate e la proprietà di due fattrici (madri delle cucciolate).
    Perciò un allevatore potrebbe avere di proprietà solo due femmine.

    La questione delle 5 fattrici (non per ogni razza) e la nascita di 30 cuccioli all'anno non c'entra nulla con l'affisso ma con la richiesta di imprenditore agricolo.


    DA SHIBAMANIA: www.shibamania.it/sito/info%20da%20...llevamenti.html

    Si sente spesso parlare di allevamenti professionali e amatoriali.
    Ma cosa s’intende con queste definizioni e quali sono le principali differenze tra i due?

    PROFESSIONALE: Per la legge ( Legge del 23/08/1993, n. 349 ) l’allevatore di cani diventa imprenditore agricolo nel momento in cui possiede più di 5 fattrici e produce annualmente più di 30 cuccioli, si tratta quindi di allevamento professionale, dove gli introiti di questa attività superano quelli derivanti da attività diverse da quella cinotecnica (quindi non agricole). Per questi allevatori è previsto l’obbligo all’iscrizione alla Camera di Commercio (quindi si apre la Partita IVA) autorizzazione sanitaria esposta al pubblico, obbligo di registro carico/scarico e di emettere documenti fiscali. Ogni regione poi fissa delle soglie per cui si considera un’ attività di allevamento continuativa commerciale e che prevede l’autorizzazione dell’ASL, che si ottiene seguendo un corso.

    AMATORIALE: Per la legge quindi tutti gli allevamenti ,che hanno meno di cinque fattrici e producono meno di trenta cuccioli all’anno, sono ritenuti amatoriali, quindi visti come un semplice hobby. Fiscalmente questi allevatori non hanno obbligo di dichiarare nulla se si prova che gli incassi sono inferiori alle spese. Se invece si avesse reddito positivo si è tenuti a dichiararlo come “attività commerciale esercitata occasionalmente” .

    A titolo informativo, ecco il testo della normativa per aprire un Allevamento Amatoriale:
    “Legge n.394 - 1993 e Decreto Ministeriale 349 – 1994 Un allevamento per potersi dire di qualità deve occuparsi di un numero limitato di razze, (massimo due o tre) in modo da specializzarsi su tutto ciò che riguarda queste razze, ma anche con lo scopo di garantire la salute fisica e mentale ottimale del cane. Un allevamento di valore possiede almeno una o due fattrici con ottimo pedigree, solitamente figlie di campioni. Ogni elemento di ciascuna nuova cucciolata và iscritto per legge ai registri dell’ENCI (Ente Nazionale della cinofilia Italiana), questo permetterà loro di partecipare a eventuali gare e mostre canine. Le mostre e le esposizioni sono un punto d’incontro tra vari addetti ai lavori, per cui diventano automaticamente una buona fonte di contatto tra allevatori e appassionati.”

    Riassumendo: Un proprietario di un cane di sesso femminile che provveda a produrre con esso una cucciolata, per la legge diventa automaticamente un allevatore. Se le cucciolate sono poche e sporadiche nel corso degli anni l’allevatore è detto amatoriale, senza dunque un riconoscimento come tale a livello nazionale, quindi senza obblighi fiscali. Purtroppo i pochi controlli che vengono fatti dalle autorità e la scarsa legislazione che regola l’attività di allevamento amatoriale fa si che nel nostro paese regni una giungla di abusivi e pseudo allevatori, a cui basta intestare i cani a parenti per eludere la normativa e avere redditi costanti non dichiarati.

    Un allevatore professionale (a reddito principale) o semi professionale (ovvero che abbia un secondo reddito costante) quindi deve avere autorizzazione sanitaria (che prevede una struttura a norma, distanze da centri abitati ecc), Partita IVA e regolari registri di movimentazione animali.
    L’amatoriale deve registrare le movimentazioni degli animali (per es. Nascite, morti, cessioni) all’origine in anagrafe canina e mettere gli incassi, se in attivo, in “redditi diversi” della propria dichiarazione dei redditi. Dal punto di vista delle garanzie sanitarie verso il futuro proprietario amatoriali e professionali hanno i medesimi obblighi di tracciabilità, garanzia della salute dei cani e dei riproduttori. Da ricordare : nessun allevatore amatoriale e/o professionale può richiedere il chip al futuro proprietario, perchè la tracciabilità del cane deve essere fatta in allevamento dall’allevatore. L’affisso ENCI e l’iscrizione al registro allevatori, disciplinato dal Mipaaf -MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE , non fissano parametri per distinguere gli amatoriali dai professionali, ma solo delle soglie per ottenere un marchio riconoscibile sui ROI .


    Allora perché gran parte di quelli amatoriali non ha affisso?

    Non mi risulta che sia come dici. Di fatto, nessun allevatore di Chow Chow, che abbia prodotto più di una cucciolata ad oggi (nella precedente lista di R810, due allevatori, si sono affacciati ora con la loro prima cucciolata, ma hanno ottenuto affisso per altra razza), è un imprenditore agricolo o professionale.
    Diciamo che si può distinguere più facilmente dicendo:
    Se si ha un altro lavoro, se non si hanno più di 30 cuccioli all'anno, si è amatoriali.
    Se si è imprenditori agricoli, se si hanno più di 30 cuccioli all'anno, si è professionali.
    Tutto dipende se: il reddito prodotto dall'allevamento è inferiore o superiore al "reale lavoro" svolto.
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    8,114
    Location
    prov. Bologna

    Status
    Offline
    Ah ok...sono tutti allevamenti amatoriali
    Certo, io partivo dal presupposto che solo i professionali avessero affisso...

    Allora sono "agricoltori" 😜 Solo allevamenti con più razze o tante cucciolate 🤔

    Un allevamento professionale è equiparato a qualsiasi allevamento di animali da reddito?
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    7,663
    Location
    prov. Novara

    Status
    Offline
    Sì, lo è.
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    8,114
    Location
    prov. Bologna

    Status
    Offline
    😧😧
     
    Top
    .
12 replies since 17/5/2017, 11:44   421 views
  Share  
.